Bullismo e Cyberbullismo a scuola

La Scuola di Comunicazione Gentile, nel condividere modelli e buone prassi nella gestione dei rapporti interpersonali, si trova con consuetudine a parlare di bullismo e cyberbullismo a scuola.

Un tema di grande attualità sul quale il confronto e la consapevolezza sembrano non essere mai abbastanza. Abbiamo voluto, così, ripercorrere la nascita e lo sviluppo del problema, con l’obiettivo di arrivare a delineare lo stato dell’arte anche dal punto vista legislativo, per capire a che punto siamo oggi su un argomento tanto delicato quanto pervasivo.

Un’azione che ha come fine ultimo quello di fare chiarezza, permettendo a chiunque – genitori, insegnanti e adolescenti – di conoscere e approfondire. Senza dare nulla per scontato, perché ci piace pensare che nella vita c’è sempre una prima volta.

Bullismo e Cyberbullismo: di cosa si tratta?

Partire dalla definizioni è sempre una buona abitudine, ci aiuta ad entrare nel vivo dell’argomento e ci permette di conoscere il significato attribuito a un determinato termine nella società in cui viviamo.

A dare una spiegazione di bullismo e cyberbullismo sono tantissimi: si va dai numerosi dizionari di lingua italiana ai testi accademici, riviste di settore e siti web che trattano l’argomento e temi affini. È bene ricordare, però, che a coniare il termine bullismo è stato un educatore canadese di nome Bill Belsey nel 2002. Dopo quattro anni quanto definito da Belsey fu ripreso da Peter K. Smith e dai suoi collaboratori, i quali proposero anche una definizione di cyberbullismo, coerente con quella di bullismo.

A titolo di esempio abbiamo scelto le definizioni condivise da Treccani, vocabolario online, e dal MIUR, Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.

Secondo Treccani la parola bullismo, che deriva da bullo, delinea un preciso comportamento tipico di quest’ultimo. Le caratteristiche principali che contraddistinguono il bullo sono la spavalderia, l’arroganza e la sfrontatezza, nonché il suo atteggiamento di sopraffazione. Lo esercita sui più deboli attraverso violenze fisiche e psicologiche attuate soprattutto negli ambienti scolastici.

La definizione del MIUR, concorde con la precedente, introduce due nuovi elementi: la figura della vittima e la definizione di cyberbullismo. Se il bullismo è un fenomeno caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo – o un gruppo di bulli – su una vittima, il cyberbullismo non è altro che la manifestazione in rete di tale fenomeno.

Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche e persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico.

Quanto appreso ci mette in guardia su due aspetti in particolare: da una parte anche la scuola, istituzione dedicata alla formazione di ragazzi e ragazze dai primi anni d’età fino al raggiungimento della maturità, può diventare un luogo non sicuro; dall’altra che la diffusione della tecnologia consente ai bulli di entrare nelle case delle vittime, materializzandosi in qualunque momento della loro vita.

Le persecuzioni diventano a-temporali e vengono attuate mediante messaggi, immagini e video offensivi, condivisi in rete o inviati tramite smartphone.

Manifestazioni e caratteristiche del Bullismo a scuola

Le azioni di violenza esercitate dal bullo, o dal gruppo di bulli, nei confronti della vittima possono essere di diverso tipo. A tale proposito possiamo distinguere 4 tipologie di violenza:

  • fisica, in questo caso vi è una vera e propria azione diretta da parte del bullo sulla vittima. Sono esempi ricorrenti le bruciature di sigaretta, i tagli, i calci e i pugni, le percosse di vario genere;
  • fisica priva di contatto, dove l’obiettivo è quello di invadere e ledere lo spazio emotivo e psicologico della vittima. Quest’ultima si sente presa di mira attraverso sguardi intimidatori, occhiate, smorfie e gesti che tentano di ridicolizzarla;
  • verbale, un tipo di violenza caratterizzata dall’uso improprio della parola. Il linguaggio che il bullo utilizza nei confronti della vittima è offensivo, mettendo a rischio la sua reputazione sul piano sessuale, familiare, economico, etnico e religioso;
  • sessuale, veri e propri comportamenti che agiscono nell’intimo, facendo sentire la vittima in forte imbarazzo e a disagio. Nella sua mente ricorrono sentimenti di vergogna e fastidio.

Ad ogni modo ci sono alcune caratteristiche che permettono di classificare atteggiamenti e manifestazioni come episodi di bullismo:

  • l’intenzionalità, il bullo premedita i comportamenti aggressivi che mette in atto contro la vittima;
  • la persistenza, gli atteggiamenti di prepotenza che il bullo esercita sulla vittima solitamente si protraggono nel tempo;
  • la differenza di potere, il bullo, spesso supportato anche dai suoi compagni, è più forte della vittima che, al contrario, non è in grado di difendersi;
  • la natura sociale, gli episodi di bullismo avvengono quasi sempre alla presenza di spettatori e complici.

Le forme del Cyberbullismo

In un libro dal titolo “Il disagio adolescenziale. Tra aggressività, bullismo e cyberbullsimo”, scritto da Zbigniew Formella e Alessandro Ricci, i due autori condividono una classificazione del cyberbullismo che riportiamo nella tabella di seguito.

TIPOLOGIE DI CYBERBULLISMO
Flaming: invio di messaggi insultanti finalizzati a suscitare dispute on-lineOuting: rivelare informazioni personali e riservate riguardanti una persona
Cyber-stalking: persecuzione tramite l’invio ripetuto di minacceEsclusione: escludere intenzionalmente una vittima da un gruppo on-line
Denigrazione: pubblicazione di pettegolezzi o di immagini imbarazzanti sulla vittima, danneggiando la reputazione e i rapporti socialTrickery: spingere il soggetto, attraverso l’inganno, a rivelare informazioni spiacevoli e private per renderle successivamente pubbliche in rete
Sostituzione dell’identità: il bullo viola la password di una persona e, fingendosi lei, invia per esempio messaggi malevoli ai contatti della vittima, rovinando l’immagine abituale della vittima stessa;Harassment: molestie perpetuate tramite canali di comunicazione di massa con azioni, parole e comportamenti persistenti indirizzati verso una singola persona, che causano disagio emotivo e psichico
Happy slapping: registrare, a insaputa della vittima, video durante i quali quest’ultima subisce violenze psichiche e fisiche per poi diffonderli in rete

Possiamo osservare quanto sia vera l’affermazione “virtuale non è il contrario di reale”, elaborata e trasformata in uno dei punti del nostro Manifesto della Comunicazione Gentile.

Vogliamo invitare adolescenti e adulti a riflettere sul valore delle relazioni: reali o mediate da strumenti tecnologici, queste ultime hanno la medesima importanza. Pertanto, atteggiamenti offensivi e denigranti nei confronti dell’altro possono provocare danni concreti anche se esercitati attraverso uno smartphone o un computer.

Differenze tra Bullismo e Cyberbullismo

Come abbiamo avuto modo di notare, il cyberbullismo non è altro che una manifestazione del più ampio bullismo. Ma tra i due fenomeni esistono delle differenze sostanziali.

Le riportiamo nella tabella sottostante, condivisa anche dal MIUR.

BULLISMOCYBERBULLISMO
Il bullo è in classe, si conosceIl bullo può essere ovunque
chiunque è anonimo
le azioni di svolgono nel contesto scolastico (classe o tragitto casa-scuola e viceversa)I contenuti possono essere diffusi in tutto il mondo, 24 ore su 24
Il bullo utilizza la forza fisicaIl cyberbullo agisce virtualmente, senza bisogno di forza
Il gruppo classe e i docenti possono limitare le azioni del bulloNessuno interviene tra il bullo e la vittima
Il bullo vede le reazioni della vittima e questo potrebbe aiutarlo a cambiare atteggiamentoIl cyberbullo non ha possibilità di maturare consapevolezza delle proprie azioni

Bullismo, Cyberbullismo e legislazione

Bullismo e cyberbullismo, come già accaduto, possono portare le vittime al suicidio. In particolare la sovraesposizione mediatica, che li obbliga a fare i conti con la rappresentazione del sé in ambiti virtuali, li espone a reazioni estreme.

L’importanza di tutelare i giovani da tali fenomeni è testimoniata anche da alcuni interventi legislativi atti a contrastare fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Ricordiamo che durante l’adolescenza avviene la costruzione della propria identità, un processo fatto di scelte continue che genera preoccupazioni, paure e difficoltà.

Nello specifico è bene sapere che fino ad ora sono stati due i provvedimenti in tale direzione:

  • Legge 107/2015 “La Buona Scuola”: nell’articolo 1, comma 7 si legge prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico;
  •  Legge 71/2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”: nell’articolo 1 si legge la presente legge si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni a carattere preventivo e con una strategia di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, assicurando l’attuazione degli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche. Inoltre, l’articolo 4 comma 2 e 3 prevedono “la promozione di un ruolo attivo degli studenti, nonché di ex studenti che abbiano già operato all’interno dell’istituto scolastico in attività di peer education, nella prevenzione e nel contrasto del cyberbullismo nelle scuole”; “Ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia, individua fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo”.

Tutto questo non dovrebbe stupirci: il 28 Luglio 2015 è stata approvata la Dichiarazione dei diritti in internet elaborata dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet a seguito della consultazione pubblica, delle audizioni svolte e della riunione della stessa Commissione del 14 luglio 2015. L’obiettivo è senza dubbio quello di garantire a ciascun individuo l’esercizio di una cittadinanza digitale attiva nel rispetto della libertà, della dignità e della diversità di ogni persona.

Internet e le nuove tecnologie digitali possono essere una risorsa per alimentare curiosità, conoscenze e apprendimento. È necessario che adolescenti e adulti ne conoscano caratteristiche e potenzialità, ma anche aspetti negativi. Solo in questo modo potranno difendersi da questi ultimi e utilizzare i loro smartphone e computer in modo positivo e propositivo.

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